Tag Archives: Facebook

RockMelt, il social browser

15 Nov

Trovare il punto d’incontro tra social media e ricerche in rete è l’obiettivo un po’ di tutti in questo periodo: dopo Bing, di cui avevamo già parlato, e in attesa di sapere le novità riguardo a Facebook, eccovi RockMelt, il servizio che unisce esperienza social e ricerche web in una sola finestra: potrete avere sempre a disposizione i vostri account social per semplificare lo sharing di contenuti, conoscere chi è connesso al momento e allo stesso tempo effettuare le vostre ricerche.
Le quasi 500 mila visite del video fanno sperare che RockMelt possa fare strada, ma forse è ancora presto per dirlo: voi che ne pensate?
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Social Search: Bing e Facebook fanno coppia

15 Oct

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È da tempo che le indiscrezioni rimbalzavano per la rete, senza tuttavia essere nè confermate nè smentite; finalmente due giorni fa è arrivata la notizia ufficiale: Microsoft e Facebook hanno stretto alleanza nell’ambito della “social search”.
In sostanza, la prossima volta che utilizzeremo Bing ci verrà chiesto se vogliamo integrare nella nostra ricerca anche il nostro profilo Facebook, permettendoci così di visualizzare nei risultati un modulo in cui compaiono i “like” dei nostri amici riguardo all’oggetto della ricerca, ed i loro eventuali commenti in merito.

Che Facebook si evolvesse come motore di ricerca, mi pare fosse una cosa ovvia: nell’epoca del marketing relazionale e del Cluetrain Manifesto, esso diviene una miniera preziosissima di informazioni, un ricettacolo di influencer, un insieme di micro reti legate tra loro.
Perchè è questo il grande valore che possiede il colosso di Zukerberg, e vale molto più di un algoritmo che, per quanto raffinato, rimane comunque sordo alle opinioni di chi conosciamo, ai consigli di chi appartiene alla nostra rete di conoscenze.
In tal senso, la mossa di Microsoft potrebbe essere il punto di svolta per Bing, il motore di ricerca semantico nato sotto le migliori aspettative, che avrebbe dovuto segnare un cambio di marcia nel suo settore, ma che non è riuscito ad erodere quote significative di mercato a Google.
Quest’ultimo, d’altro canto, non può certo dormire sonni tranquilli: dopo i tentativi fallimentari di entrare nel mondo dei social network (ricordiamo Google Wave, Buzz, Orkut…), questo accordo potrebbe mettere in difficoltà ulteriormente Mountain View circa l’ingresso nel nuovo settore del social search, nonostante proprio oggi abbia pubblicato risultati oltre le stime degli utili negli ultimi quattro mesi.


A prescindere da tutto questo, quello che più conta è sottolineare come da questo momento, ancora più che in passato, un “like” su Facebook influenzerà in maniera significativa la posizione di un brand e un prodotto su un motore di ricerca: alla qualità dei link – in ottica seo – si sostituirà la qualità del “like”.
Un cambiamento che non mi dispiace affatto, che potrebbe aprire nuovi scenari nell’approccio alle campagne web dei brand: che non debba conformarsi solamente ad algoritmi, ma che metta sempre più al centro le opinioni della nostra rete di persone fidate.
Ed è intorno a questa parola che si gioca tutto, a mio avviso: la fiducia.
L’accordo tra Facebook e Bing ha sancito, in definitiva, il fatto che un buon lavoro di digital pr da oggi varrà molto più che un buon posizionamento nei motori di ricerca.

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La pubblicità? Meglio sui social network

9 Sep

Quella che segue è una interessante tabella infografica di Flowtown, trovata stamane su Digitalbuzzblog.
Essa mostra un’analisi dell’investimento pubblicitario su social network negli ultimi due/tre anni, rispetto al mercato USA, e crea un trend previsionale fino al 2013. Nonostante si stia parlando solo degli USA, è interessante notare come lo stesso eMarketer abbia dovuto rivedere al rialzo le proprie previsioni per il 2010: da 1,3 miliardi di dollari (che costituivano già un incremento del 20% rispetto al 2009) a 1,7 miliardi, senza dimenticare il fatto che quasi la metà di quei soldi finiranno dritti dritti a Facebook.

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Facebook Places e la guerra dei location-based

30 Aug

Chiunque avesse aggiornato di recente l’applicazione Facebook per il proprio smartphone, si sarà accorto della novità: si chiama Places, ed è il servizio che fa entrare la creatura di Zuckerberg nel mondo dei location-based social network, entrando in diretta competizione con i già famosi Foursquare e Gowalla. In realtà, in un primo tempo Facebook aveva pensato di acquistare Foursquare, ma il mancato accordo (pare che 120 milioni di dollari fossero troppo pochi per Dennis Crowley) ha portato il re dei social network a “ripiegare” su Hot Potato, uno dei tanti check-in service sul mercato (costato comunque 15 milioni).
Il nuovo servizio permetterà, a tutti gli utenti di condividere la propria posizione: ogni check-in effettuato apparirà nella propria bacheca, tra le notizie dei propri amici, e nella mappa del luogo; se si taggano anche altre persone, esse verranno incluse nell’aggiornamento. Se invece si clicca su “Qui in questo momento”, si potranno visualizzare le persone che si trovano nelle vicinanze in quel momento.
Se volete avere un’analisi più approfondita, vi consiglio comunque di leggere questo post.

Quello che più mi interessa, in effetti, è capire come muterà il panorama dei social network dopo l’introduzione di Places.
Un’ interessante previsione l’ho trovata qui: sebbene a primo acchito, a differenza di Foursquare, l’esperienza di Facebook Places può essere poco gratificante, sul lungo termine l’appagamento che se ne potrà trarre sarà di gran lunga superiore a quella di un semplice badge: integrerà e completerà alla perfezione la nostra normale esperienza di relazioni online, permettendoci di conoscere non solo cosa fanno i nostri contatti, ma anche che relazioni essi instaurano con un dato luogo: insomma, non più solamente il “chi, come e quando” ma anche il “dove”.
In definitiva, concordo con il ritenere che Foursquare debba velocemente pensare a qualcosa di nuovo o correrà il rischio di venire schiacciato dal colosso di Zuckerberg, anche solo per una questione di numeri: Facebook conta su una massa di più di 100 milioni di persone che accedono da mobile, contro i 3 milioni di Foursquare.
Nel frattempo iniziano i primi esperimenti su Facebook da parte delle aziende: ecco quello che ha ideato Publicis E-dologic in Israele per il Coca Cola Village, intrecciando RFID e geolocalizzazione, come riportato da internetpr.it

Un post completo sull’argomento lo trovate qui.
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Openbook e la mancanza di privacy in Facebook

18 May

Ne stanno parlando tutti oramai: c’è chi lo definisce il “trova segreti”, chi si fa prendere dal panico, e chi invece sbriga la faccenda con un semplice “l’ho sempre saputo”: si tratta di Openbook.
Sviluppata da tre ingegneri di San Francisco decisi a riportare l’attenzione sulla manchevolezza di privacy su Facebook, questa nuova applicazione non fa altro che scandagliare le conversazioni ed informazioni degli utenti del più famoso social network al mondo, alla ricerca di quelle parole che in esso vogliamo trovare.
L’obiettivo del progetto è di dimostrare a tutti, ed in modo lampante, come molte delle informazioni che riteniamo private in realtà sono a disposizione di tutta la rete.
Ancora una volta quindi la creazione di Mark Zuckerberg è sotto accusa per le lacune e la farraginosità delle norme in materia di privacy, definite troppo complicate ed in continuo cambiamento, incapaci di tutelare quelle che tutti gli utilizzatori di Facebook ritengono intuitivamente informazioni private.
Come reagirà Mark alla provocazione?
Ad ogni modo, se volete provalo, ecco il link.

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